martedì 28 ottobre 2008

Il bello (ma anche il brutto) dei paeselli


Abbiamo già avuto modo di dire quanto, Twister e io, volessimo vivere in un posto tranquillo, a dimensione d'uomo e non caratterizzato dai ritmi frenetici delle grandi città, come Milano e Roma, da cui veniamo.
Questi desideri sono ancora vivi in noi ma senz'altro, durante questi ultimi tre anni, abbiamo avuto modo di toccare con mano anche gli aspetti negativi della faccenda.

Prima cosa: il lavoro. La mentalità provinciale caratterizza non soltanto le piccole realtà, cosa abbastanza comprensibile, ma anche le poche grandi (o grandissime) aziende del territorio che sono diventate multinazionali. Nate decenni fa da artigiani illuminati, sono state ereditate dai figli (o nipoti) che non hanno le capacità dei loro padri. Di solito tendono a "tirare a campare" cercando di minimizzare i costi (comprensibile) anche a costo di non investire in progetti o risorse, e questo denota una visione perlomeno miope dell'imprenditorialità.
Peccato che, con questa mentalità, si limiti l'ingresso di nuova linfa vitale che potrebbe portare innovazione e crescita. Stiamo parlando di aziende con fatturati che vanno dai 50 mln€ fino ai 500 mln€.
Per fortuna noi abbiamo cercato sempre di mantenere il lavoro improntato in modo tale da poterlo gestire anche da remoto e questo ci ha permesso di mantenere i rapporti con importanti aziende delle grandi città. In tempo di crisi questa è stata un'ottima ancora di salvezza.

Seconda cosa: tutti conoscono tutti o, perlomeno, "pensano" di conoscere...
A questo proposito ne abbiamo delle belle da raccontare; intanto un giorno di un pò di tempo fa, i nostri vicini nonnetti si sono fatti grandi risate raccontandoci che erano venuti a sapere che qualcuno, in paese, in una serata come tante, stava per chiamare i carabinieri per mandarli a casa nostra perché sentivano urla e schiamazzi e pensavano che Twister mi stesse picchiando durante una furiosa litigata.

Ora chiariamo una cosa, come tutte le persone normali ogni tanto qualche sana e normale discussione la facciamo anche noi ma la cosa che obbiettivamente facciamo più spesso è quella di giocare, del tipo che Twister mi rincorre per tutta casa, io che scappo e urlo come una cornacchia,
lui che mi dice che mi ammazza di botte (e poi mi fa le carezze)... insomma facciamo gli scemi, in fondo ognuno si diverte come può!
Vabbè, sicuramente qualcuno che passava sotto le nostre finestre ha "frainteso" e per poco non ci manda i carabinieri a casa!
La cosa bella è che neanche i nostri nonnetti vicini di casa (che abitano lì ormai da una vita e che sono conosciuti da tutti) sono riusciti a far cambiare idea a questi soggetti pur affermando loro di non aver mai visto due persone affiatate e vicine come Twister e me... niente, non ci hanno creduto, tant'è che oggi, durante il nostro soggiorno romano, ho saputo (per telefono, sempre dai nonnetti) di una ulteriore voce che gira ormai da 15 giorni nel nostro ridente paesello:
"Sai quei due che abitano nella casa della roccia? si si, quelli che si sono sposati a dicembre scorso... si quelli dove c'è il marito che la mena, sai perché non ci sono? Sembra siano ritornati in città perché si sono lasciati, si si, si sono già separati dopo neanche un anno di matrimonio!" :-OOOO
... i nonnetti ancora ridono per telefono.

Ahhh dimenticavo, i nonnetti sono di Roma, vengono dalla città...

Questa cosa mi ha fatto riflettere molto su quanto, a volte, le persone possano trarre conclusioni errate dalle cose che sentono e che vedono intorno a loro (sarebbe più preciso dire da quello che pensano di vedere e di sentire).
Chiaramente questa è una caratteristica comune a tutto il genere umano, anche a quello "di città", è solo che forse qui c'è più l'abitudine a farsi gli affari propri, boh non lo so, magari nel nostro condominio di Roma tutto il palazzo la pensa come nel paesello solo che noi non lo sappiamo... ma non è questo il punto, il punto è che ogni volta che ci ritroviamo a fare considerazioni su qualcuno per sentito dire, bè... cerchiamo di fermarci, di riflettere e di capire che, forse, di considerazioni su gente e cose che non conosciamo veramente, forse, non dovremmo proprio farne.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che le aziende siano miopi non sono d'accordo: ci vedono molto bene e vedono molto bene dove possono guadagnare. L'importante è solo fare profitti: tanto è vero che le aziende anche in tempo di crisi in questi anni hanno aumentato sempre i loro guadagni (al netto delle tasse) mentre gli stipendi del personale sono scesi a livelli bassissimi . Possiamo dire colpa delle leggi (vedi Biagi?) o della colpevole inadeguatezza dei nostri politici? Potremmo discutere per mesi ma la conclusione rimane la stessa: che siano grandi o piccole per le aziende conta solo il profitto. E se per farlo bisogna tagliare, rinunciare a fare ricerca, impiegare solo personale dequalificato che importa? Gli studenti all'università sanno che non troveranno lavoro, chi perde il lavoro sa non che ne ritroverà uno tanto facilmente, le famiglie non riescono ad arrivare alla terza settimana. Questo nonostante le nostre strade siano piene di SUV strainquinanti e in tempo di vacanze partano tutti per le Maldive o vadano in Costa Smeralda.

E' una situazione kafkiana: abbiamo cominciato negli anni 80 (vi ricordate di Craxi?) che svalutava la lira per esportare: festa per tutti e tutti guadagnavano: si compravano case, macchine, di tutto a rate tanto i soldi c'erano. E se qualche azienda andava male (ma va': anche la Fiat! arrivava lo stato con i nostri soldi a coprire le perdite) insomma festa per tutti. Ma la festa è finita ed è arrivato l'euro: accidenti non si può più svalutare e adesso si fanno i conti con i debiti pregressi che diventano sempre più grandi ed allora che si fa? semplice: le aziende vanno all'estero dove il costo del lavoro costa meno e così si continua a guadagnare. Insomma lo sapete meglio di me come stiamo andando.

Non serve vivere a Milano, Roma o nel "paesello": lavoro non ce n'è e quindi o sei statale o parastatale oppure ti sbatti dalla mattina alla sera per avere la possibilità di vivere (vero Twister?).

E anche andare all'estero diventa difficile perchè la situazione attuale è veramente impossibile dappertutto:
che fare allora? Non perdere la fiducia in se' stessi e nelle proprie capacità: se uno è bravo ma bravo davvero non può non avere il riconoscimento dovuto: con molta fatica, molta pazienza, molta determinazione ma ce la fa'.
E parliamo della gente: è tutta uguale dappertutto: sparlare a vanvera degli altri è sempre stato il passatempo preferito: i giornali di gossip fanno tirature incredibili, le televisioni hanno programmi dove si parlano tutti addosso senza sapere quello che stanno dicendo.

Qualsiasi cosa uno faccia non va mai bene a nessuno : se si fa i fatti suoi è una persona che se la tira e ha un cattivo carattere. Se è aperto verso gli altri non si fa i fatti suoi. Come la metti la metti male.
Quindi non ci rimane altro che infischiarsene di quello che la gente dice, o immagina, o sussurra, e andare avanti per la propria strada.
Parlare, cercare di spiegare non serve a niente. Tanto capiscono tutti quello che vogliono capire e comunque dentro di loro pensano sempre: non me la racconta giusta.
Giocate se vi va di giocare, urlate se vi va di urlare, ridete che fa sempre bene. La nostra libertà è un diritto sacrosanto e vivaddio non dobbiamo mai rinunciarci anche se AGLI ALTRI può dare fastidio.

Che bello : Twister che picchia Calimero!!! Finalmente ha preso coscienza del fatto di essere uomo e padrone e che diamine: siamo o non siamo nel 2008?
Taci Calimero: sei donna e schiava. E ringrazia che hai un uomo che ti picchia: vuol dire che ti vuole bene e ti vuole migliorare ......

twister ha detto...

Guarda, Gufo Reale, in realtà sappiamo benissimo che il profitto è lo scopo principale delle aziende e quindi mi guardo bene dal denigrarlo anche se, immagino, saremo d'accordo sul fatto che, pur essendo lo scopo principale, il profitto dovrebbe essere perseguito con un occhio anche agli aspetti morali.

Ma il senso del post era meno "alto". Lasciamo pure che gli imprenditori siano beceri segugi in cerca di money e non guardino in faccia alle persone, interessati come sono al loro portafogli. Va bene.

Quello che mi sembra miope è che non mettano in conto gli investimenti che hanno lo scopo di portare profitto e migliorare gli utili.

Piccolo esempio: ho fatto una consulenza per un'azienda della zona per un progetto abbastanza grosso. Erano stati selezionati i potenziali fornitori (principalmente due ottimi player sul mercato specifico) e un terzo era stato "suggerito" dalla proprietà dell'azienda (su consiglio di un professore universitario "amico" della dirigenza). Era stato chiesto al professore di produrre un business plan sull'idea che stava alla base della sua proposta; il professore che ha prodotto una pagina che ha del ridicolo... (questo la dice lunga sulle reali capacità di certi professoroni quando li si porta nel mondo reale). Un business plan condensato in qualche decina di righe... una paginetta... Siamo partiti bene, eh?
Il terzo fornitore alla luce dell'analisi svolta per valutare i partner si è rivelato, sotto tutti i punti di vista il peggiore (nessuna esperienza nel campo specifico se non millantata, pratiche commerciali che sovvertivano completamente l'iter previsto da una "gara" ancorché privata, passando direttamente a colloquiare con la dirigenza, etc). Il migliore dei tre player ha fatto un'offerta da 700, il secondo da 1.100 e il terzo (gli amici del professore) ha detto 200!!! I primi due fornitori spiegavano che ci sarebbero voluti a dir poco un anno e mezzo a completare il lavoro e che sarebbe stato lacrime e sangue per l'azienda. Era quello che cercavamo di spiegare alla dirigenza. Il terzo fornitore diceva che era una passeggiata e che tutto era semplice.
Dal punto di vista commerciale il terzo fornitore si è comportato nel modo più efficace possibile. Sicuramente i commerciali si sono stra-guadagnati i loro bonus. Dal punto di vista della mancanza di serietà e della ricerca sempre e comunque del contratto, hanno fatto egregiamente il loro lavoro. Infatti sono stati scelti loro.

Ma il problema non sta nelle politiche commerciali del fornitore (che ha fatto ottimamente il suo lavoro in sede di offerta), ma nella scelta dell'azienda che si è messa in casa qualcuno che era risultato essere il peggiore. Scelto non per motivi di ottimizzazione del risultato economico.

Infatti, DOPO DUE ANNI, il progetto è entrato nella sua fase finale ed hanno speso AD OGGI 1.100 (cioè come l'offerta del fornitore più alto e quindi quasi SEI VOLTE QUANTO PREVENTIVATO!!!)
Il progetto, in realtà non è ancora concluso e quindi prevedo ancora altre spese.

In compenso il fornitore si è fatto una signora esperienza (STRAPAGATA DALL'AZIENDA CLIENTE) in un campo in cui non aveva nessuna capacità. Il progetto è stato portato avanti dall'unica risorsa interna all'azienda cliente che aveva le capacità e l'interesse di essere quello che avrebbe portato a compimento il progetto.
Consolidandosi, ancora di più di quanto già non fosse, come colonna portante dell'azienda.

Quindi alla fine ci ha guadagnato il fornitore (un botto di soldi e di esperienza), la risorsa interna al cliente (che si è fatto esperienza e ha consolidato e rafforzato la sua posizione) e il professorone avrà avuto la sua brava soddisfazione (............)
Chi ci ha perso? Non so, però possiamo dire che l'azienda cliente ha speso molto, il progetto è durato il doppio rispetto a quanto preventivato e non sono riusciti a mandare via la risorsa interna che avrebbero voluto rendere meno importante grazie a questo progetto... indovinate un pò chi era questa risorsa???? esattamente quella che gli ha permesso di completare il progetto.. e che è ormai diventata fondamentale.

L'azienda lavora nel campo edile e quindi si potrà ben capire come il boom degli ultimi 15 anni abbia trascinato con sè in alto il fatturato dell'azienda. Rimane da capire quanto di questo successo dell'azienda sia da imputare alle ottime capacità manageriali della dirigenza e quando alle condizioni estremamente favorevoli del mercato edile.

Anche a Roma si lavora molto grazie ad agganci politici (il settore pubblico è l'unico che permette alle aziende di continuare ad avere un minimo di tranquillità in tempi di crisi anche se i ritardi sui pagamenti diventano spaventosi... vedi pagamenti anche a UN ANNO!!), ma almeno certi imprenditori, anche se principalmente volti a massimizzare gli utili, sono disposti ad investire perché guardano il mercato a 3 anni, a 5 anni, etc.


... in sintesi... Ci sono imprenditori lungimiranti e imprenditori miopi... quello che ho visto in DUE DELLE PIU' GRANDI AZIENDE DELLA ZONA è una forte miopia...

....... almeno c'è mercato per i meidici oculisti...