Abbiamo già avuto modo di dire quanto, Twister e io, volessimo vivere in un posto tranquillo, a dimensione d'uomo e non caratterizzato dai ritmi frenetici delle grandi città, come Milano e Roma, da cui veniamo.
Questi desideri sono ancora vivi in noi ma senz'altro, durante questi ultimi tre anni, abbiamo avuto modo di toccare con mano anche gli aspetti negativi della faccenda.
Prima cosa: il lavoro. La mentalità provinciale caratterizza non soltanto le piccole realtà, cosa abbastanza comprensibile, ma anche le poche grandi (o grandissime) aziende del territorio che sono diventate multinazionali. Nate decenni fa da artigiani illuminati, sono state ereditate dai figli (o nipoti) che non hanno le capacità dei loro padri. Di solito tendono a "tirare a campare" cercando di minimizzare i costi (comprensibile) anche a costo di non investire in progetti o risorse, e questo denota una visione perlomeno miope dell'imprenditorialità.
Peccato che, con questa mentalità, si limiti l'ingresso di nuova linfa vitale che potrebbe portare innovazione e crescita. Stiamo parlando di aziende con fatturati che vanno dai 50 mln€ fino ai 500 mln€.
Per fortuna noi abbiamo cercato sempre di mantenere il lavoro improntato in modo tale da poterlo gestire anche da remoto e questo ci ha permesso di mantenere i rapporti con importanti aziende delle grandi città. In tempo di crisi questa è stata un'ottima ancora di salvezza.
Seconda cosa: tutti conoscono tutti o, perlomeno, "pensano" di conoscere...
A questo proposito ne abbiamo delle belle da raccontare; intanto un giorno di un pò di tempo fa, i nostri vicini nonnetti si sono fatti grandi risate raccontandoci che erano venuti a sapere che qualcuno, in paese, in una serata come tante, stava per chiamare i carabinieri per mandarli a casa nostra perché sentivano urla e schiamazzi e pensavano che Twister mi stesse picchiando durante una furiosa litigata.
Ora chiariamo una cosa, come tutte le persone normali ogni tanto qualche sana e normale discussione la facciamo anche noi ma la cosa che obbiettivamente facciamo più spesso è quella di giocare, del tipo che Twister mi rincorre per tutta casa, io che scappo e urlo come una cornacchia,
lui che mi dice che mi ammazza di botte (e poi mi fa le carezze)... insomma facciamo gli scemi, in fondo ognuno si diverte come può!
Vabbè, sicuramente qualcuno che passava sotto le nostre finestre ha "frainteso" e per poco non ci manda i carabinieri a casa!
La cosa bella è che neanche i nostri nonnetti vicini di casa (che abitano lì ormai da una vita e che sono conosciuti da tutti) sono riusciti a far cambiare idea a questi soggetti pur affermando loro di non aver mai visto due persone affiatate e vicine come Twister e me... niente, non ci hanno creduto, tant'è che oggi, durante il nostro soggiorno romano, ho saputo (per telefono, sempre dai nonnetti) di una ulteriore voce che gira ormai da 15 giorni nel nostro ridente paesello:
"Sai quei due che abitano nella casa della roccia? si si, quelli che si sono sposati a dicembre scorso... si quelli dove c'è il marito che la mena, sai perché non ci sono? Sembra siano ritornati in città perché si sono lasciati, si si, si sono già separati dopo neanche un anno di matrimonio!" :-OOOO
... i nonnetti ancora ridono per telefono.
Ahhh dimenticavo, i nonnetti sono di Roma, vengono dalla città...
Questa cosa mi ha fatto riflettere molto su quanto, a volte, le persone possano trarre conclusioni errate dalle cose che sentono e che vedono intorno a loro (sarebbe più preciso dire da quello che pensano di vedere e di sentire).
Chiaramente questa è una caratteristica comune a tutto il genere umano, anche a quello "di città", è solo che forse qui c'è più l'abitudine a farsi gli affari propri, boh non lo so, magari nel nostro condominio di Roma tutto il palazzo la pensa come nel paesello solo che noi non lo sappiamo... ma non è questo il punto, il punto è che ogni volta che ci ritroviamo a fare considerazioni su qualcuno per sentito dire, bè... cerchiamo di fermarci, di riflettere e di capire che, forse, di considerazioni su gente e cose che non conosciamo veramente, forse, non dovremmo proprio farne.
